La riprova sociale (o imitazione).

"Laddove tutti pensano allo stesso modo, nessuno pensa un gran che".
 Walter Lipmann.

Il principio della riprova sociale, spiega Cialdini (1989), ci dice che uno dei mezzi che usiamo per decidere che cos'è giusto, è cercare di scoprire che cosa gli altri considerano giusto.

L'imitazione è una delle vie per entrare in rapporto con gli altri, è alla base della coesione sociale e della vita di gruppo. Imitandone gli atteggiamenti comunichiamo ad una persona che condividiamo il suo comportamento. E' anche un tentativo spontaneo e inconsapevole di assimilare la realtà con cui entriamo in contatto.

La tendenza a considerare più adeguata un'azione quando la fanno anche gli altri normalmente funziona bene. Di regola, commetteremmo meno errori agendo in accordo con l'evidenza sociale che al contrario.
Come altre armi di persuasione, ci offre una comoda scappatoia, ma allo stesso tempo ci espone agli attacchi dei profittatori.

Ci sono molti stratagemmi per dare l'impressione che la maggioranza pensi o agisca in un certo modo. 
Ecco qualche esempio:
-I pubblicitari e i venditori per promuovere un prodotto insistono sul fatto che riscuote un grande successo "di pubblico": in questo modo non hanno bisogno di convincere che è buono, basta che dicano che molti altri la pensano così. Il destinatario dentro di sé fa questo ragionamento: "se piace a tanti deve essere un buon prodotto".
-I baristi non trascurano di far trovare il piattino delle mance sempre provvisto di qualche moneta, per dare l'impressione che una mancia di almeno un euro sia il comportamento giusto da tenere.
-La diffusione di sondaggi politici "addomesticati" a favore di un candidato. L'elettore pensa: "se tutta quella gente ha deciso di votare per lui, deve sapere qualcosa che io non so". Chi è nel dubbio o non è informato (perché non è interessato o non ha il tempo di documentarsi) vuole fare quello che fa la maggior parte delle persone, vuole stare dalla parte di chi vince.

Nell'Etica Nicomachea Aristotele spiega come gli uomini non esitino a far propria un'opinione non appena si convincono che essa è "universalmente accettata". Anche questa è una forma di imitazione, dettata in questo caso dalla convenienza, dal desiderio di sentirsi al sicuro insieme agli altri. Ritrovarsi da soli a sostenere un punto di vista provoca un senso di sgomento e di allarme. Si può dunque aderire all'"opinione generale" non perché la si condivide ma per mettersi al riparo dalle critiche.

"Io lo dico, tu lo dici, ma alla fine lo dice anche quello. Dopo che lo si è detto tante volte, altro non vedi se non ciò che è stato detto". E' questo un motto famoso di Goethe che spiega il modo in cui possono diffondersi le opinioni. Ma quando un'opinione (o una credenza) è molto diffusa e condivisa diventa difficile smontarla, anche se è palesemente falsa o pericolosa, perché agli occhi di molti essa ha ormai assunto un valore di verità: è il fatto stesso di essere condivisa da molti a renderla veritiera. E se qualcuno tenta di smontarla la spiegazione è sempre la stessa: non sarebbe condivisa da così tante persone se fosse "del tutto" falsa. Succede allora che chi si trova nella delicata posizione di poter diffondere idee e opinioni, se non è frenato dall'etica e dal rispetto dei destinatari dei messaggi che invia, può anche creare ex novo delle "verità" che, condivise via via da un numero crescente di persone, "non possono non essere vere" perché, ognuno pensa tra sé e sè, è impensabile che così tanta gente si sbagli: il che a volte è vero, ma altre volte è falso.

E' possibile che nel 2012 il principio della riprova sociale abbia ancora una tale potenza e una portata così vasta da interferire sulla maggior parte delle nostre idee, decisioni e opinioni?
Per come la vedo io, a volte è necessario contrariare o deludere gli altri, se questo ci consente di esistere come persone.



AMIR - PUNTO IN ALTO.

26 commenti:

  1. Io spesso vado contro corrente! Tento di far capire il mio punto vista, dando un'opportunità, cioè far conoscere un'altro aspetto della realtà. Così quella persona fa un'analisi e decide quale sia il miglior punto di vista. Io non impongo nulla!
    Io lessi un libro di Blumenberg sulle metafore. In poche parole noi sappiamo quale sia la verità, ma la pensiamo secondo immagini (metafore) sbagliate, esse sono più difficili da debellare, più della verità stessa.
    Poi in Italia, con l'ignoranza che c'è... Il discorso si amplia.
    Vedo che stai meglio.
    Ti mando un grosso bacio Ashina ^_^

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    1. Amleto, lo so che spesso vai contro corrente, infatti, mi piaci tanto anche per questo.
      Il libro di Blumenberg sulle metafore a cui ti riferisci è La leggibilità del mondo? Mi piacerebbe leggerlo. Anche se al momento sono concentrata su altro: ho da poco acquistato Peggio che diventare famoso di Filippo Timi, e non vedo l'ora di iniziarlo! Blumenberg mi perdonerà, ma io a Filippo Timi proprio non so resistere ;)
      Non è che io stia meglio, è che altro non posso fare se non andare avanti.
      Un grosso bacio Amletino.

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    2. Ma quanti complimenti, mi confondono, poi da una donna...
      Il libro in questine si intitola "Paradigmi per una metaforologia". Esso ti fa capire come ragione la nostra mente, anche davanti a cose a noi scontate e conosciute, difatti le immaginiamo e le rappresentiamo in maniera errata. Vi è una classificazione delle varie metafore, il tutto facendo un percorso cronologico, riguardo alcuni temi.
      Giusto, la forza di andare avanti... Questo è l'importante.
      Ti saluto e buona lettura *_*

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    3. Amlè, non fare il finto modesto. Tu i complimenti li ricevi sempre da tutti: sia dalle donne sia (soprattutto) dagli uomini. Vai via come il pane.
      Il libro di cui mi parli mi sembra parecchio interessante. Lo leggerò. Quello di Filippo Timi mi è proprio piaciuto, l'ho finito di leggere poco fa. Che uomo!
      Già, la forza di andare avanti...
      Tra un po' passo a vedere quello che hai combinato tu.
      Un bacio.

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    4. Oddio interessante... Io l'ho letto per l'esame di Estetica.
      Mi erano piaciuti altri libri, ma quello no.
      Bono il pane!
      Un bacio
      P.S. Amlè non mi piace... Troppo romano! Fai Amletuzzo o Amletuccio.

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    5. Sì, sei bono come il pane.
      Amletuccio ci può stare.
      Un bacio.

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  2. Bellissimo. Complimenti.

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  3. A volte la riprova sociale può essere d'aiuto. Ad es. se ti trovi all'estero e conosci poco la cultura e le usanze di quel paese, è buona cosa imitare quelli che ti stanno intorno.
    Se invece, devi decidere per chi votare oppure devi farti un'opinione su una persona che non conosci è meglio che ragioni con la tua testa.
    Come va? Un bacio.
    Simo.

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    1. Sì, è quello che dice lo stesso Cialdini: "Generalmente non vogliamo davvero rinunciare all'informazione che ci viene dalla riprova sociale. Le indicazioni che ci dà sulla condotta da tenere sono di solito valide e preziose..." ad esempio, come hai scritto tu, se ti trovi all'estero e non conosci bene la cultura e le usanze di quel luogo.
      Diverso è se ti affidi alla riprova sociale per decidere per chi dovrai votare o per farti un'opinione su una persona che non conosci. Mi sembra ovvio.
      Va meglio, grazie. Un bacio.

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  4. "Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità" diceva quel macellaio di Joseph Goebbels, ministro della propaganda nazista...Il tema della "riprova sociale", "imitazione", o detta altrimenti del conformismo, etico, sociale, politico, "comportamentale" e chi più ne ha più ne metta, secondo me rappresenta la riprova della difficoltà dell'uomo moderno di emanciparsi completamente dal "medioevo". Quel periodo storico era caratterizzato dalla predominanza della comunità rispetto all'individuo: chiunque si poneva al di fuori dei canoni della propria comunità rischiava l'ostracismo e nei casi più estremi il rogo (vedi la drammatica vicenda della caccia alle streghe e degli eretici...). Oggi il contesto è mutato, ma il rischio di percorrere una analoga parabola c'è tutto. Pensa alla vicenda degli immigrati, tanto per citare un fenomeno che ancora oggi riempie le cronache dei notiziari. Tutti pronti ad abbracciare la tesi preconfezionata e rassicurante, in grado cioè di non scalfire e mettere in discussione le basi delle "nostre" comunità. Già Franz Neumann, uno dei fondatori della Scuola di Francoforte, nel saggio "Angoscia e politica", individuò nella paura generata dalla "spersonalizzazione" della moderna società industriale, una delle cause del successo di massa del nazismo. Attualmente la situazione non è migliorata affatto. Come hanno prontamente indicato sociologi del calibro di Beck, Sennett, Baumann, l'attuale società globalizzata innesca analoghi meccanismi di "insicurezza" esistenziale che rischiano di consolidare "orientamenti" conformi, omogenei. Detta in altri termini, "totalizzanti". Il "si-dice" ed il "si-fa" non è altro che lo schermo dietro il quale l'individuo contemporaneo cerca di recuperare parte di quella sicurezza che la precarizzazione dell'esistenza ha letteralmente polverizzato. E questo principio vale sia per l'acquisto della saponetta, come per la scelta del governo. Come uscire da questo circolo vizioso? Sino a quando non si fonderà un nuovo "umanesimo" del 21° secolo, sarà difficile vedere una uscita da questo gorgo. Certo, il comportamento individuale, la scelta che ogni singolo compie in qualsiasi campo, può aiutare a "sopravvivere meglio", ovviamente se la scelta è "autentica", cioè è frutto di un rapporto diretto con se stessi, senza ipocrisie e/o finzioni...ti lascio questo brano, che mi è venuto in mente leggendo il tuo post: http://www.youtube.com/watch?v=l59FrqY7K30&feature=related ...
    PS: scusa per la lunghezza, ma l'argomento è troppo...stimolante! ;)
    PS2: dopo la "strizza", sono felicissimo che stai meglio!
    Un abbraccio
    Alessandro

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    1. Ale, grazie per essere sempre accurato e preciso nelle risposte (mi mancano quelle nostre lunghe telefonate notturne in cui tu parlavi e parlavi e parlavi...)
      L'argomento è complesso ma, come dici tu, stimolante. Nel post avrei voluto nominare anche Joseph Goebbels, Arthur Schopenhauer, Gustav Le Bon, ecc. Per ovvi motivi ho dovuto sintetizzare.
      Nella lettera-testamento The privilege of the Grave, Mark Twain (1835-1910) scriveva: "Non c'è individuo che non sia in possesso di convinzioni impopolari, che coltiva e accarezza e che il buon senso gli vieta di esprimere. A volte sopprimiamo un'opinione per ragioni che ci fanno onore, non onta, ma più spesso lo facciamo perché non possiamo sostenere l'amaro costo di dichiararla. A nessuno di noi piace essere odiato, a nessuno piace essere evitato. Una naturale conseguenza di questa condizione è che facciamo più attenzione ad accordare le nostre opinioni con quelle del nostro vicino e a mantenere la sua approvazione piuttosto che esaminarle con scrupolo per vedere se siano giuste e fondate. Quest'abitudine produce inevitabilmente un altro risultato: l'opinione pubblica che nasce e si alimenta in questo modo non è affatto un'opinione, è semplicemente un atteggiamento [...]" Più chiaro di così!

      Non devi scusarti per la lunghezza. Ti conosco: sei un uomo molto colto che però non ha ben chiaro il significato del verbo "sintetizzare" :))) Forse adesso sarai andato a dormire. Domani ti chiamo.
      Un abbraccio.

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    2. Sulla falsa riga di Twain, ti lascio questo breve stralcio di un'intervista di Biagi a Pasolini che immagino tu già conosca (interessante la primissima parte...): http://www.youtube.com/watch?v=65QGvs_K1kk

      Più sintetico di così! ;)

      Alx

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    3. Scherzavo quando ti ho scritto che non hai ben chiaro il significato del verbo "sintetizzare"!
      Grazie per il video, mi fa sempre piacere rivedere Pasolini (e tu lo sai). Oggi niente sms?

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  5. D'altronde l'uomo è un animale sociale, diceva lo stesso filosofo che citavi nel post...ergo, esso si rapporta con ciò che è intorno a lui, a scapito del pensiero proprio. La differenza, di fatto, la fanno coloro che ancora riescono a ragionare senza farsi troppo influenzare dall'esterno.

    Metti un iPhone in vetrina e vedrai che tutti (beh, quasi tutti, fortunatamente) lo vorranno, perché è così, perché è uno status symbol, è un tentativo di imitazione perché tutti ce l'hanno o perché ti hanno convinto che va così.

    E siccome ci piacciono queste citazioni, quasi dieci anni fa il buon Cosimo diceva:

    "la massa non realizza, si uniformizza" (http://www.youtube.com/watch?v=qSEWn4UuB1I)

    *Parole S-A-N-T-E*

    Al prossimo post...
    Francesco

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    1. "La differenza, di fatto, la fanno coloro che ancora riescono a ragionare senza farsi troppo influenzare dall'esterno", giustissimo, Francesco. Qualche persona in grado di giudicare da sé, grazie al cielo, la conosco. Ma sono poche. Le altre, credo che si adeguino alla massa più per pigrizia che per ignoranza.

      Ti stai per caso riferendo a Cosimo Fini detto Gue Pequeno?
      "cervello acceso tele spenta esplodo sul boom bap
      in città la milizia sevizia
      colpi in fazza, morti in piazza, inabbiano la notizia
      cerchio di fumo ipnotizza
      non respiro se l'aria mi vizia
      mentre fa un altro giro la ruota dell'ingiustizia
      la massa non realizza, si uniformizza
      si anestetizza col video e la sua immondizia
      impazza la curva sull'ascissa con cui il mister mi analizza
      io sull'obiettivo spengo la sizza
      ho un'identità fittizia sulla strumentale,
      sto dalla parte del criminale se non siede al Viminale
      sputo sul Quirinale, scomunico il cardinale
      comunico slang illegale per chi non si arrende al male..."
      Francesco, mi sono commossa! Se mi mandi una tua foto mi ci faccio un santino da tenere nel portafoglio ;)

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    2. Ti direi che ci si può incrociare su un noto social network, ma - a proposito di cose massificate - entrambi non andiamo decisamente d'accordo con FB (sì, dai, hai capito chi sono)...preparo il santino e te lo spedisco.. ;P

      F.

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    3. Sì Francesco, l'avevo capito.
      Dunque, vediamo: non vai d'accordo con FB, non ti adegui acriticamente alla massa e ti piace la musica rap...
      Aspetto il santino :)

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    4. Direi che questa notizia calza a pennello per confermare quanto detto: se ci si mette pure la giustizia (lettera minuscola d'obbligo): http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/tecnologia/grubrica.asp?ID_blog=30&ID_articolo=10650&ID_sezione=38

      Occhio alle motivazioni addotte, eh...... -_-'

      F.

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    5. Infatti a colpire sono proprio le motivazioni addotte: un Galaxy Tab non può essere confuso con un iPad perché non è "abbastanza cool". Devo commentare? :)

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  6. già e sulla parte del "sondaggio addomesticato" aggiungo che dal 94 questo sistema funziona più che mai ahah, però per il resto devo dire che personalmente non lo ritengo sempre un male, a volte il puro individualismo porta disordini, molte persone non sanno quello che è giusto fare e imitano gli altri o si fanno condizionare solo per insicurezza, tuttavia questo discorso non lo si può applicare a tutto, questa tendenza è anche per sentirsi sicuri,mi spiego meglio facendo riferimento alla prima frase del post,quella di Walter Lipmann, allora, se ora ti dicessi che reputo la violenza giusta, tutti voi rispondereste che è sbagliato, e avreste ragione voi, ma se ci pensi io sono quello che dice la sua e voi quelli che si uniformizzano. non sono sicuro di esssermi spiegato, spero di si LOL

    un bacino :P
    Marshall

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  7. Ciao Marshall, una volta ne parlerò di come si fanno i sondaggi "a cazzo", di come vengono diffusi e soprattutto di come la riprova sociale, nella fascia degli elettori indecisi, abbia un peso rilevante.
    Sì, ti sei spiegato Fabié. E' vero che il puro individualismo può portare disordini. Infatti, ho cominciato il mio discorso dicendo che l'imitazione è anche un tentativo inconsapevole di assimilare la realtà con cui veniamo in contatto. L'importante è non fidarsi ciecamente. Cialdini a fine capitolo scrive: "dobbiamo di tanto in tanto accertarci che non siamo usciti di sintonia rispetto ad altre fonti d'informazione presenti nella situazione: I FATTI OGGETTIVI, LE NOSTRE ESPERIENZE PRECEDENTI E I NOSTRI GIUDIZI PERSONALI".
    Un bacio.

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  8. Buonanotte Asha :)
    Mela

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  9. Finalmente una donna! Ciao Mela, benvenuta :)

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  10. passo x farti un salutino, un abbraccio :)
    Marshall

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    1. Ciao Fabio, ora passo per farti un salutino anch'io, un abbraccio.

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