Le frasi quotidiane e il loro presunto significato recondito.


-"Sinceramente ero in buona fede". 
Nel 90% dei casi ha tutte le carte in regola per essere un bugiardo.
Molti degli avverbi in -mente sottraggono forza al messaggio, hanno un suono sgradevole e suggeriscono la sensazione che si stia mentendo.
Es: "Francamente" è una parola che suona alquanto poco sincera.
"Onestamente" è seguita di solito da una bugia, ecc.


-"Le rubo solo un minuto".
Trattasi di un insicuro.
Nel preciso istante in cui pronunciamo una parola creiamo nella nostra mente e in quella di chi ci ascolta l'immagine di ciò che la parola significa.
Il termine "rubo" trasmette una sensazione di rifiuto. Rafforza il senso della perdita di tempo e ci colloca in una dimensione d'inferiorità. Solo chi non è importante ci fa perdere tempo.


Altre parole dalla valenza suggestiva negativa sono "problema", "difficoltà", "carenze", "sacrifici", "sbagli" ecc. inserite in un discorso evocano sensazioni negative e fanno di noi persone noiose, poco gradevoli e distruttive.


-"Non ho parole per esprimere quello che sento".
Oltre a dimostrare uno scarso vocabolario, questa frase nasconde il desiderio di non voler esprimere ciò che in verità si sente o l'assenza assoluta di emozioni.


-"Nel complesso sono d'accordo".
Non gliene può fregar di meno.


-"Se ti raccontassi... potresti scriverci un libro".
Pecca di egocentrismo.


-"Ci si rivede in giro".
Nasconde un leggero disagio, in realtà significa: "Non ho il benché minimo interesse a rivederti".


-"Sei sicuro?"
Significa: "Pensa bene a ciò che fai, testone, perché potresti sbagliarti".


-"Io non farei mai una cosa del genere".
Non vede l'ora di farla.


-"Lo fanno tutti".
Non è in grado di decidere da solo e si uniforma alla collettività per cercare di convincere qualcuno a fare ciò che gli interessa.


-"Chiunque potrebbe farlo".
Racchiude il sottile proposito di far sentire stupida la persona a cui si rivolge.


-"E' impossibile".
E' un attacco diretto alla credibilità dell'altro.


-"Poi non dire che non ti avevo avvisato".
Questa frase è un insulto sottile ed ha un certo tono minaccioso.
Significa: "Sei una capra, quindi preparati al peggio se non seguirai i miei consigli".


-"Tu non mi capisci".
"Tu non puoi capire".
"Te lo spiego un'altra volta".
Trasforma chi le pronuncia in una vittima offesa per l'incompetenza neuronale di chi ascolta. Poverino!


-"Concordo con te, ma..."
Non sta concordando affatto.
"Ma", "però", "invece" come tutte le congiunzioni avversative in generale hanno il potere di creare amnesia su ciò che si è detto prima. La parola "ma" è una delle più distruttive. Il suo impiego rovescia immediatamente il messaggio principale e crea istintive resistenze nell'ascoltatore.
Meglio sostituirla con "e" oppure "anche se": "Concordo con te, anche se..."


-"Non ti ricordi di me, vero?"
Ecco l'ennesimo insicuro.
La frase vuol dire: "Tu sei più importante e, quindi, non mi offendo se ti 
sei scordato di me".
Ricordarsi il nome di qualcuno è indice di interesse e dimenticarlo, di indifferenza.


Già nel 1937 Dale Carnegie diceva: "Dovremmo essere consci del magico potere nascosto in un nome. Le informazioni che forniamo e le richieste che facciamo assumono importanza particolare se accompagnate dal nome di un individuo. E' una formula magica, quando dobbiamo trattare con gli altri".


Recenti studi hanno dimostrato che pronunciare il nome di una persona all'inizio o alla fine di una frase esercita un irripetibile effetto persuasivo.

24 commenti:

  1. ciao asha :) sono d'accordo con tutto quello scritto, e anzi alcune volte le dico anche io ahah soprattutto "sono d'accordo con te, ma..." e "ci si rivede in giro" lol

    un bacio,ciaoooo
    Marshall

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    1. Ciao Marshall, diciamo che "ci si rivede in giro" è una frase bon ton, utile per congedarsi con gentilezza. Se viene detta senza che ci sia almeno uno scambio di numeri di telefono o di indirizzi e-mail, dubito che possa esserci davvero interesse a rivedere quella persona. Ma non è mai detto!

      Un bacio.

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  2. Anche io d'accordo!
    Io dico spesso "Sono d'accordo con te, ma...", alla fine da un amico non si pretende un punto di vista differente!? Ma la frase che odio di più è "Cosa ci fai qui!?", non ho capito, io non posso andare in giro, nello stesso centro commerciale o nella stessa via... Roba da matti!
    Ciao ^_^

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    1. Amleto, certo che da un amico si può accettare anche un punto di vista differente. Però se ci tieni veramente la forma e il tono dell'espressione che usi sono importanti.
      Ti faccio un esempio: "Sei intelligente, MA hai sbagliato il compito" porta il tuo amico a focalizzarsi sul fatto che ha sbagliato il compito facendogli trascurare che è intelligente.
      "Sei intelligente ANCHE SE hai sbagliato il compito", l'effetto che ottiene è focalizzare maggiormente l'attenzione sulla prima affermazione ("sei intelligente"), lasciando l'altra sullo sfondo (può succedere di sbagliare, no?)

      C'è una frase ben peggiore di "Cosa ci fai qui", ed è "Ti avrei chiamato proprio adesso", tipica di chi si sente colpevole e ha bisogno di giustificare il suo disinteresse.

      Ti abbraccio forte.

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    2. Quelli che quando li chiami al telefono dicono: "Ti stavo per chiamare..." Se come no! Che gente!
      Mi capita di dire "anche se", oppure dico "A parer mio...", sono una persona tranquilla...
      Ciao ^_^

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    3. Amleto, lo so che, come me, tu sei una persona tranquilla, per questo ti adoro tanto.
      Sì, quelli che dicono: "Ti stavo per chiamare" fanno troppo ridere! Io per dispetto li chiuderei in uno stanzino con la musica di Al Bano "a palla". Così imparano ad essere meno ipocriti!

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    4. Cara Asha, questi sono tirchi e fanno la scenetta, come dice la mia grande amica A: "Le custa de men..." Perché i brianzoli hanno il braccino amputato, ne gaffe di gaffe di questo tipo...
      Concludo dicendo che odio quelli che dicono: "non ti fai mai sentire", che poi chiamo sempre io, oppure quelli che fanno gli squilli (per loro non esistono le telefonate)... Non è che io defeco soldi... Non sono volgare!
      Un bacio Ashina ^_^

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    5. Conoscevo uno che si vantava sempre di essere benestante, però faceva (anzi, sicuramente la fa tuttora) una vita da morto di fame, pur di mettere via quel centesimo in più. Madò quant'era taccagno quello! Non era male, ma, secondo me, illibato era e illibato rimarrà per il resto dei suoi giorni, se non cambia il suo stile di vita (e non è più un ragazzino!).
      "Le custa de men...", non lo avevo mai sentito dire.

      Sì, quelli che fanno gli squilli aspettando che li richiami per trattenerti un'ora al telefono, mentre quando sono loro a chiamare hanno sempre fretta di chiudere, sono simpaticissimi.
      Un bacio Amletino.

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    6. Non pensare male, sono di fretta!
      Un mio amico è brianzolo e pure ricco... Un giorno vado a casa sua e vedo la madre che lava i bicchieri di plastica, io scioccato ho chiesto il perché sua madre lavasse bicchieri USA e GETTA, lui mi ha detto: "Noi brianzoli siamo semplici, discreti, invece voi terroni siete così spreconi..." Adesso non vuoi sprecare i bicchieri di plastica, usa quelli di vetro! Nè!?
      Ecco perché hanno tutti le ville, anche i poveri disgraziati, perché come dice la mamma di Amleto: "Non mangiano per non defecare..." Altro che saggezza popolare!
      Un bacio ^_^

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    7. "...Non vuoi sprecare i bicchieri di plastica, usa quelli di vetro! Nè!?" Mi hai fatto morire! Ne ho viste di cose strane nella vita, ma lavare dei bicchieri usa e getta, mi mancava.
      Sì, queste persone spendono solo in cose che si possono ostentare, per il resto non mollano un centesimo. Se viene loro fame mentre sono in giro, piuttosto crepano, ma una pizza non se la vanno a prendere!
      "Non mangiano per non defecare..." Che tipa tua madre!
      Un bacione Amlè.

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    8. Oppure prendono la pizza, dopo ti guardano e ti dicono: "Hai contanti!? Se sì, paga tu, poi te li rendo"... Tu li hai rivisti!?
      Anche Amleto va in giro solo col bancomat, o fa finta di non avere contanti... Mica è fesso!
      P.S. Mia madre nella sua celebre frase dice ca**re...
      Un bacione ^_^

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    9. "Amleto va in giro solo col bancomat", bravo Amlé! Così mi piaci.
      Vado a preparare cena, poi passo nel tuo blog.
      Ti abbraccio.

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  3. modi di dire, intercalare,e avverbi, peraltro li trovo molto elegante.. forse perché sono parole che suonano bene..tutte in ente... sono frequentissimi nella lingua italiana, non so e chiedo a voi: nelle altre lingue usano tutti questi modi di dire come noi italiani?

    cmq il mio preferito é:-"Io non farei mai una cosa del genere". cavolo, quante volte l'ho detto, e quante volte poi mi sono ritrovato a farla! hahah

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    1. Ciao Nato Stanco, i modi di dire tutto sommato sono innocui. Riguardo agli avverbi in -mente, invece, persisto nel sostenere che, nella maggior parte dei casi, sono inutili, se non addirittura dannosi, oltretutto, spesso risultano pedanti. Quasi sempre hanno dei sostitutivi più corti e altrettanto efficaci. Non è meglio dire "quindi" anziché "conseguentemente"?
      Insieme agli intercalari "sporcano" il discorso e lo rendono meno incisivo. Sono meglio le pause, se ben calibrate creano suspense e suscitano aspettativa.
      Tempo fa, diversi esperti si interrogarono sulla possibilità che Obama ci avesse ipnotizzato con il linguaggio, proprio per la sua abitudine di avvalersi dei modelli di Milton Erikson e di esprimersi con frasi brevi e pulite e pause tra una frase e l'altra, creando aspettativa nel pubblico. Quella dell'uso dei silenzi è una tecnica teatrale ben nota.
      (L'esempio di Obama l'ho fatto allo scopo di mostrare che le frasi semplici, brevi e dirette, in genere, hanno più successo).

      Non so se nelle altre lingue usano tutti questi modi di dire. Ottimo spunto di riflessione, Nato Stanco.

      Sapessi quante volte anch'io ho detto "Non farei mai una cosa del genere" per poi ritrovarmi a farla!

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  4. Ciao bella, sono anche io d'accordo con tutto quello che hai scritto. Non conoscevo questa regola del "ma". Mi sarà senz'altro utile. Seguirò anche il tuo consiglio di ripetere il nome della persona con cui parlo alla fine della frase.
    Un bacio, Ashé :-)))
    Simone.

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  5. Ciao Simo, l'uso consapevole dei "ma", "e" e "anche se", non ti cambia la vita, ma di sicuro aiuta.
    "Oggi sono contento MA so che non durerà" L'attenzione è focalizzata sul fatto che "non durerà".
    "Oggi sono contento ANCHE SE so che non durerà". L'attenzione è focalizzata sulla prima affermazione: "Oggi sono contento" (chissenefrega se non durerà). A volte basta poco!

    Dai, non mi chiamare Ashé. Assomiglia ad Ascé, che era il nome della ditta di Wanna Marchi!

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  6. Dire "Non voglio rubare il tuo tempo..." o "Non voglio disturbarti..." e simili, potrebbero essere semplici cortesie nei confronti di chi ci sta ascoltando. Non giungerei a dire che si è insicuri, anche perchè potremmo non sapere cosa stia facendo l'interlocutore in quel momento...
    Anche se Moretti non mi fa impazzire, lascio questo frammento da "Paolombella Rossa", che comunque ci "calza a pennello":
    http://www.youtube.com/watch?v=LLhO5oiFFAs

    Un saluto
    Nomade

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    1. Ciao Nomade, benvenuto.
      Visto che mi hai mandato quel frammento del film di Moretti (a proposito, grazie) vado subito al punto e tralascio le mie considerazioni sull'uso del "non".
      Come sappiamo "rubare", "disturbare", "annoiare" sono tutte parole dalla valenza suggestiva negativa, che mal predispongono l'ascoltatore fin dall'inizio.
      Se hai l'intenzione di comunicare qualcosa di importante non hai bisogno di scusarti in anteprima, se lo fai, evidentemente, il tuo messaggio non è poi così importante.
      Più che semplici cortesie nei confronti di chi ascolta, queste sono espressioni cerimoniose che lasciano trapelare fin dall'inizio la scarsa considerazione che nutri nei confronti di ciò che stai per dire.
      Se pensi che il tuo interlocutore possa essere impegnato in quel momento e vuoi essere cortese, vai subito al nocciolo della questione. Lui te ne sarà grato.
      Es: "Buongiorno, sono... Se ha un minuto vorrei risolvere la questione..."
      In dieci secondi hai salutato, ti sei presentato e hai spiegato il motivo della tua visita (o della telefonata). E soprattutto non hai esordito come colui che potrebbe "disturbare" o "rubare" qualcosa, ma come colui che "risolve". L'impatto è diverso, non credi?

      Un saluto.

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    2. Questo è particolarmente vero nel marketing. Penso che ogni frase o parola vada contestualizzata sia rispetto al tipo di discorso che al tipo di legame che esiste tra chi parla e chi ascolta. Spero che nei rapporti interpersonali non dettati da "logiche di mercato" possa sussistere una elasticità tale da non generare istantaneamente "etichette". Esempio: tra due persone legate da amicizia/conoscenza, dire "scusa, so che sei a lavoro/non so se sei a lavoro e non ti rubo tanto tempo/non voglio disturbarti, volevo solo sapere il nome di quel vino di cui mi parlavi l'altro giorno..." è un modo cortese di chiedere un'informazione non cruciale, di cui si è tra l'altro consapevoli, ma di cui si ha bisogno in quel preciso momento. Al contrario, se un venditore deve avvicinare un potenziale cliente in un supermercato o in una fiera, non esordisce scusandosi in anticipo, me espone il prodotto nel minor tempo possibile magari suscitando interesse nell'interlocutore. Sono due tipi di dialogo che hanno obiettivi diversi. Tutto qui.
      PS: non l'ho detto prima, comunque il tuo blog è interessante e ben fatto.

      Buona giornata
      Nomade

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    3. Ciao Nomade, certo, bisogna tener conto del contesto situazionale. Tra amici, al limite, ci si può anche "disturbare". Se, invece, dobbiamo avvicinare un potenziale cliente in una fiera, dove si sa che l'importante, in quel caso, è distinguersi dalla concorrenza e far sì che parlino di noi anche dopo la fiera, l'esordio deve essere felice: saluto, presentazione e affermazione breve, chiara e originale riguardo a cosa facciamo e perché siamo meglio di chiunque altro.
      Esordire scusandosi in anticipo, non è l'ideale, se poi ci mettiamo pure una frase generica riguardo le condizioni atmosferiche...
      A presto.

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  7. "A volte ferisce più la lingua della spada"

    Vero, le parole sono importanti (cit.) ma anche il contesto situazionale ha il suo (grosso) peso. Molto spesso i rapporti interpersonali si basano anche sul dover stabilire un "contatto" che sfocia spesso in un atto di persuasione nei confronti della persona che ci è di fronte, sia questa un/a impiegato/a delle Poste o un/a caro/a amico/a. Una sorta di marketing di se stessi, per dire.

    Lo diceva Jakobson decenni fa, mica io (http://it.wikipedia.org/wiki/Funzioni_del_linguaggio): la funzione fàtica del linguaggio, in particolare, serve per stabilire il contatto, dunque si può "forzare la mano" usando un intercalare a vari livelli, ma questo dipende dalla sicurezza/insicurezza che si ha genericamente nei rapporti umani. (L'esempio più bello secondo me è rappresentato dai [finti e imbarazzanti] dialoghi in ascensore, durante i quali - quando non si fa finta di leggere le etichette sulla portata massima di carico - si esibiscono perle del tipo "fa caldo oggi, eh!" o "bella giornata, vero?")

    Signor post questo, va detto.
    A presto Ascé :o)

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    1. Ciao, oddio il modello della comunicazione di Jakobson mi ha riportato con la mente al primo superiore. Bei tempi, quelli!
      Ho sorriso quando ho letto il tuo commento, perché io sono proprio una di quelli che fanno finta di leggere le etichette sulla portata massima di carico dell'ascensore.

      No dai, Ascé non se pò sentì!
      D'accordooo! (cit.)
      A presto, Francesco.

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  8. ciao asha come stai? un bacio :)
    Marshall

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  9. Ciao Marshall, diciamo che non sto proprio in forma. Ora devo andare a farmi dei controlli, speriamo che vada tutto bene.
    Tanti baci :)

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